I 5 errori (quasi imperdonabili) della supply chain nel fashion – e come smettere di commetterli
I 5 errori (quasi imperdonabili) della supply chain nel fashion – e come smettere di commetterli
La verità?
Non è solo la crisi a mettere in ginocchio le aziende moda.
È anche la loro supply chain. Lenta. Rigida. Scollegata dalla realtà.
Nel fashion il tempo non è denaro. È sopravvivenza.
Eppure vedo ancora troppe aziende prigioniere di processi novecenteschi in un mondo che gira alla velocità di TikTok.
Parliamoci chiaro: ci sono almeno 5 errori ricorrenti che affossano anche i brand più promettenti. E no, non è colpa del mercato.
1. Pianificare (troppo tardi) o pianificare (a caso)
Ancora oggi, nel 2025, c’è chi produce collezioni a sei mesi dall’uscita senza avere idea di cosa vorrà il cliente.
Poi ci si lamenta degli invenduti.
👉 Serve un cambio di mentalità: l’AI non è uno sfizio, è lo strumento per capire cosa vuole il tuo cliente prima ancora che lo dica. E’ necessario introdurre modelli predittivi basati su AI, capaci di intercettare i micro-trend e correggere in tempo reale le proiezioni.
2. Pensare che la flessibilità sia un lusso
Non lo è. È la condizione minima per restare in gara.
Chi lavora ancora con lead time da 180 giorni dovrebbe farsi una domanda: sto costruendo moda o sto solo riempiendo magazzini?
👉 La soluzione? Produzione modulare e flessibile, micro-collezioni, fornitori smart. Basta scuse.
3. I silos aziendali uccidono la creatività e il margine
Design, prodotto, logistica, marketing. Ognuno parla la sua lingua, nessuno si ascolta.
👉 La tua catena non è supply finché non è fluida. E non c’è fluido senza dialogo, dati e visione condivisa. Implementa i sistemi ERP ed assicurati che i PLM siano realmente integrati, promuovi una cultura del coordinamento continuo.
4. Zero visibilità = zero controllo = caos assicurato
Quanti capi ho in magazzino? Dove sono? Cosa manca nei negozi?
Se per rispondere devi “chiedere a qualcuno”, hai un problema.
👉 Centralizza. Traccia. Automatizza. Chi ha visibilità ha potere. Unifica la visione dello stock (online + offline) e automatizza la gestione tramite AI e IoT.
5. Sostenibilità? Solo se conviene?
Molti la vedono come un costo. In realtà è il vero acceleratore di efficienza.
Chi progetta collezioni senza pensare a riciclo, logistica inversa, packaging smart, sta già perdendo. Overproduction, sprechi e logistica non ottimizzata hanno un costo, anche reputazionale.
👉 La sostenibilità non è un’etichetta da esibire. È un modo per fare le cose meglio. E prima degli altri. Ripensare il ciclo di vita del prodotto, dal design modulare alla logistica inversa, includendo pratiche di circular economy e second-hand sono fattori essenziali per affrontare il futuro prossimo.
La supply chain è il cuore pulsante del fashion. Ma deve battere al ritmo giusto.
Chi non evolve... si estingue.